Se dovessi racchiudere questi giorni di vacanza entro poche parole, userei tre "b": burrosi, bagnati, e bui. Dopo aver celebrato uno dei piaceri della vita, mangiando ininterrottamente per circa una settimana, ora, ahimè, rotolo. La verità è che l'ingrediente segreto, ciò che rende tutto così morbido, corposo e scioglievole in bocca, è il burro, e i francesi lo sanno bene (a tal proposito penso che, inoltre, questa parola nella loro lingua sia ancora più piacevole al suono: beurre. Non trovate?). Adesso, però, è giunta l'ora di ritrovare un equilibrio, motivo per cui ho deciso che gennaio sarà all'insegna della remise en forme (il tutto sarà reso più facile dalla segregazione a Pisa in vista del tour de force pre esami, motivo per cui forse scriverò un po' più raramente).
Giornate bagnate, dicevo, o meglio burrascose. A tal punto che il mio paesino ligure, di piane e muretti di pietra, non ha resistito e ha rovinosamente franato (qui a S.Saturnino ci stiamo ancora evolvendo). Bui, quindi, per questo cielo scuro, ma un pochino anche per il mio nodo. E non un nodo semplice, è più una gassa d'amante doppia (ormai sono un'intenditrice), che mi stringe la gola e mi fa respirare male.
Magari l'anno nuovo sta arrivando apposta, per aiutarmi a ricominciare, o forse è solo una formalità della mia testa. Nella lista per il 2014, comunque, voglio mettere un po' di serenità, tutta per me. Ehi magari capiterà, magari cadrò per terra, sbatterò la testa e grazie ad un'improvvisa amnesia riuscirò a far spazio a qualcuno, a qualcun altro.
Ho sparso un po' dappertutto il colore della sciarpa, agitandola come una bimba, ma d'altronde questo è l'effetto retrograde che hanno su di me le stradine e le piazzette di S.Saturnino, dove giocavo da piccola.
L.